L’estate del 2010 è stata teatro di uno dei viaggi più incredibili, strani, interessanti della mia vita: infatti, durante due settimane, prima in quattro e poi in tre persone, abbiamo compiuto un circuito di circa 1700 chilometri sulle strade di Belgio, Olanda, Germania (sola regione di Colonia) e Lussemburgo. L’idea è partita sempre dal nostro amico di Lisbona e il Cairo, grande mattatore di questo biennio come ormai avrete capito, ma questa volta si è unita a me e a mio fratello anche un’altra persona, che ha condiviso con noi solo la prima settimana di avventura a causa di impegni personali.
Questo il
nostro itinerario: partenza da Treviso e arrivo a Charleroi, noleggio auto e
tappa a Waterloo sulla strada per Bruxelles, poi Bruges, Anversa (passando per
Gand e con una tappa sul Mare del Nord), Amsterdam, Colonia, Lussemburgo (via
Aquisgrana e Maastricht), infine ritorno a Bruxelles con tappa a Liegi. Le
città in cui abbiamo soggiornato per più tempo sono state, per ovvie ragioni,
Bruxelles (complessivamente sei giorni), Amsterdam (quattro), Colonia (due),
mentre tutte le altre tappe sono state compiute in giornata o con una sosta di
una sola notte.
Di
Bruxelles non conservo un ricordo molto positivo: probabilmente ciò è dovuto al
cattivo tempo che abbiamo incontrato, grigio quasi autunnale, e al fatto che ci
siamo dedicati molto più allo svago che all’aspetto culturale come avrei
preferito; inoltre, la zona delle istituzioni europee, dove eravamo ospitati,
mi ha dato l’impressione di un grande sperpero di risorse a vantaggio di
burocrati incravattati dalla scarsa utilità. Mi sono invece piaciute la piazza
principale e la Cattedrale che la domina. Provo infine molta simpatia per la
piccola statua del Manneken Pis, il bambino che fa la pipì, ormai diventata
simbolo della città. Direi che devo tornare assolutamente per dedicarmi di più
a monumenti e musei che alla buonissima birra.
Consiglio
invece, a chi si trovi a passare di lì, una visita alla graziosa cittadina di
Bruges: si tratta di un piccolo borgo medievale, caratterizzato da mura e
canali navigabili, il cui centro è la Piazza del Mercato, dove si affacciano
anche i principali edifici religiosi, il municipio e le antiche residenze dei
signori locali. Suggestivo e romantico il giro delle vie, assolutamente chiuse
al traffico, in calesse. Senza uscire dalla città è possibile visitare un
birrificio tradizionale, chiamato De Halve Maan (“La mezzaluna”), dove una
guida spiega il procedimento dalle materie prime all’assaggio, cui abbiamo
partecipato molto volentieri!
Amsterdam
si riduce in una parola: merita. Ora, lasciamo da parte il facile spirito che
si può fare a proposito di prostituzione e consumo di droga: noi quattro ci
siamo divertiti e abbiamo goduto appieno della città senza ricorrere a questi
vizi. Anche Amsterdam si può girare a piedi: quando ci siamo stati noi
(parliamo di cinque anni e mezzo fa quindi non posso garantire che il servizio
sia ancora attivo) c’era la possibilità di compiere un tour a piedi dei maggiori
luoghi di interesse, anche in questo caso attraverso strade chiuse al traffico,
accompagnati da una guida, a titolo gratuito salvo una eventuale e libera
offerta. Si tratta di un ottimo metodo per farsi un’idea di quello che si vuole
visitare più approfonditamente.
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