Il mio soggiorno al Cairo si è svolto in maniera piuttosto particolare: si è trattato di tre giorni, inclusi quello di arrivo e quello di partenza, durante una settimana a Sharm-el-Sheikh. Tale situazione si è venuta a creare considerando, tramite un’agenzia viaggi, il costo di un viaggio di qualche giorno in Egitto (Il Cairo e Alessandria, oppure una di queste due), maggiore rispetto a quello di una settimana in villaggio turistico, volo interno per la capitale e due notti in hotel nella stessa. Incredibile! L’unica scomodità era la partenza a Bologna di mattina presto e l’arrivo la sera tardi, ma in fine dei conti in questo modo abbiamo guadagnato quasi due giorni pieni di vacanza.
Quindi, io
e il mio amico che aveva proposto il viaggio abbiamo scelto questa opzione.
Poco da
dire rispetto al villaggio turistico, tutto molto bello, organizzato, varie
attività fra cui scegliere, mare stupendo e caldo nonostante il periodo (fine
febbraio 2009). Tanto che poi, in occasione di una vacanza con i miei genitori,
abbiamo deciso di recarci nello stesso resort.
Per quanto
riguarda il Cairo, mi è da subito apparsa come una città molto caotica (ne
avrei ben presto avuto la conferma una volta nel traffico), regolata
visibilmente da raccomandazioni e conoscenze, forse da corruzione, inclusa
quella delle forze di polizia. Per esempio, appena arrivati all’aeroporto e
necessitando un taxi, abbiamo chiesto a un vecchietto che ci faceva anche
tenerezza, che però è stato allontanato in malo modo da un poliziotto, il quale
poi ci ha scortato da un suo “amico”. Va bene…
L’hotel era
davvero lussuoso per i nostri canoni, con ristorante annesso, centrale, bastava
scendere in strada e mischiarsi alla folla.
Però gli
approfittatori sono sempre in agguato: la prima sera ci ferma un tale che si
presenta in modo gentile e si offre di farci da guida, ci porta in un
ristorante “fidato”, dove paghiamo sicuramente più del dovuto e comunque sopra
la media, poi ci fa andare nel suo negozio di souvenir: compriamo due cose e
poi teliamo.
Il giorno
dopo, un altro personaggio ci si avvicina dicendo che offre un servizio di
taxi, per andare dovunque, e ci propone un buon prezzo (a nostro giudizio) per
accompagnarci alle piramidi di Giza. Era una destinazione obbligatoria, quindi
accettiamo. Una volta lì, sembra non si possa entrare se non scortati dalla
guida (NON è vero), ci dicono che si può andare a cavallo o con il cammello
(perché non a piedi?): morale della storia, paghiamo di nuovo un prezzo esoso
per sti due cavalli e la guida, che comunque si è dimostrata utile e ci ha
fornito molte informazioni e curiosità. Alla fine della giornata, ritorniamo in
città e siamo invitati nel negozio dello stesso tassista per un tè e magari
acquistare dei souvenir. Per quanto mi riguarda, ho acquistato a quello che
ritengo una cifra accettabile un bel papiro, lungo circa un metro per trenta centimetri di altezza, sviluppato in orizzontale,
che ancora tengo appeso in camera.
Oltre a
queste esperienze, abbiamo sfruttato il nostro tempo per visitare il
famosissimo museo egizio, a mio modo di vedere caotico come tutto il resto, con
migliaia di reperti ma scarse informazioni (quando presenti), e per una bella
passeggiata lungo il Nilo, durante la quale per caso abbiamo anche intravisto
l’ambasciata italiana.
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