martedì 2 febbraio 2016

Il Cairo


Il mio soggiorno al Cairo si è svolto in maniera piuttosto particolare: si è trattato di tre giorni, inclusi quello di arrivo e quello di partenza, durante una settimana a Sharm-el-Sheikh. Tale situazione si è venuta a creare considerando, tramite un’agenzia viaggi, il costo di un viaggio di qualche giorno in Egitto (Il Cairo e Alessandria, oppure una di queste due), maggiore rispetto a quello di una settimana in villaggio turistico, volo interno per la capitale e due notti in hotel nella stessa. Incredibile! L’unica scomodità era la partenza a Bologna di mattina presto e l’arrivo la sera tardi, ma in fine dei conti in questo modo abbiamo guadagnato quasi due giorni pieni di vacanza.
Quindi, io e il mio amico che aveva proposto il viaggio abbiamo scelto questa opzione.

Poco da dire rispetto al villaggio turistico, tutto molto bello, organizzato, varie attività fra cui scegliere, mare stupendo e caldo nonostante il periodo (fine febbraio 2009). Tanto che poi, in occasione di una vacanza con i miei genitori, abbiamo deciso di recarci nello stesso resort.

Per quanto riguarda il Cairo, mi è da subito apparsa come una città molto caotica (ne avrei ben presto avuto la conferma una volta nel traffico), regolata visibilmente da raccomandazioni e conoscenze, forse da corruzione, inclusa quella delle forze di polizia. Per esempio, appena arrivati all’aeroporto e necessitando un taxi, abbiamo chiesto a un vecchietto che ci faceva anche tenerezza, che però è stato allontanato in malo modo da un poliziotto, il quale poi ci ha scortato da un suo “amico”. Va bene…
L’hotel era davvero lussuoso per i nostri canoni, con ristorante annesso, centrale, bastava scendere in strada e mischiarsi alla folla.

Però gli approfittatori sono sempre in agguato: la prima sera ci ferma un tale che si presenta in modo gentile e si offre di farci da guida, ci porta in un ristorante “fidato”, dove paghiamo sicuramente più del dovuto e comunque sopra la media, poi ci fa andare nel suo negozio di souvenir: compriamo due cose e poi teliamo.
Il giorno dopo, un altro personaggio ci si avvicina dicendo che offre un servizio di taxi, per andare dovunque, e ci propone un buon prezzo (a nostro giudizio) per accompagnarci alle piramidi di Giza. Era una destinazione obbligatoria, quindi accettiamo. Una volta lì, sembra non si possa entrare se non scortati dalla guida (NON è vero), ci dicono che si può andare a cavallo o con il cammello (perché non a piedi?): morale della storia, paghiamo di nuovo un prezzo esoso per sti due cavalli e la guida, che comunque si è dimostrata utile e ci ha fornito molte informazioni e curiosità. Alla fine della giornata, ritorniamo in città e siamo invitati nel negozio dello stesso tassista per un tè e magari acquistare dei souvenir. Per quanto mi riguarda, ho acquistato a quello che ritengo una cifra accettabile un bel papiro, lungo circa un metro per trenta centimetri di altezza, sviluppato in orizzontale, che ancora tengo appeso in camera.

Oltre a queste esperienze, abbiamo sfruttato il nostro tempo per visitare il famosissimo museo egizio, a mio modo di vedere caotico come tutto il resto, con migliaia di reperti ma scarse informazioni (quando presenti), e per una bella passeggiata lungo il Nilo, durante la quale per caso abbiamo anche intravisto l’ambasciata italiana.

Nonostante tutto quello che ho descritto possa sembrare negativo, si tratta di una città da visitare assolutamente, magari aspettando tempi migliori per la politica locale.

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