martedì 2 febbraio 2016

Difetti nascosti dei telegiornali


I telegiornali sono senza ombra di dubbio il mezzo di comunicazione più comune tra gli utenti italiani. Hanno sicuramente molte caratteristiche positive: le notizie arrivano in maniera semplice e immediata, le immagini aiutano a fissare e ricordare quanto si ascolta, la comunicazione è dinamica e coinvolgente, sono fruibili senza fatica.

A mio parere, però, per come sono strutturati ora, i telegiornali presentano più difetti che pregi.

Il primo, forse quello che salta di più all’occhio, è l’ordine dei servizi. Si parte con la notizia del giorno o del periodo, spesso di cronaca o di politica (omicidio clamoroso, attacco terroristico spettacolare, importante riforma politica approvata o bocciata); si passa poi a qualche recente evento di minore importanza, si prosegue in questa direzione fino a raggiungere argomenti marginali come la scienza (!), la cultura (! x2), lo sport e il costume.
Niente di male, si potrebbe dire. Ma, guardando più edizioni nello stesso giorno o periodo, notiamo che esistono alcuni tipi di notizie che potremmo definire “di moda” (ad esempio, l’omicidio della povera Yara Gambirasio, le vicende dei due Marò, la guerra in Ucraina, il razzismo che ricompare negli Stati Uniti), che fanno scalpore, producono forti emozioni e di cui si parla incessantemente per giorni e settimane e poi scompaiono nel nulla come se il caso fosse chiuso. Vorrei informare tutti, riprendendo gli esempi fatti, che non è stato ancora accertato né tantomeno giudicato o punito l’assassino della piccola Yara, che uno dei Marò (che sicuramente hanno sparato uccidendo due pescatori) è a casa perché malato e l’altro rimane in India, che la guerra in Ucraina procede e produce morti ogni giorno, che il razzismo (negli USA come nel resto del mondo) non è morto né morirà nel prossimo futuro. Inoltre, spesso, il clamore esercitato dalle ultime rivelazioni su questo tipo di argomenti toglie spazio a notizie altrettanto importanti ma che si preferisce tacere o emarginare, talvolta in malafede: in questo giocano un ruolo determinante i direttori dei TG e delle televisioni che li mandano in onda, i produttori e gli inserzionisti più importanti (cioè quelli che pagano di più).

Legato al primo punto è il secondo: dare periodicamente spazio, soprattutto d’estate, ad argomenti futili come il meteo, il gossip e la moda.
Non fraintendiamoci, le informazioni che riguardano il tempo atmosferico sono importanti, io stesso ne sono fruitore allo scopo di organizzare il mio tempo libero, ma esistono programmi televisivi appositi (mai sentito parlare delle “previsioni del tempo”?), nonché innumerevoli siti internet e applicazioni per telefoni cellulari che forniscono questo servizio anche in tempo reale. Ma quando fa notizia, il meteo riguarda soprattutto nubifragi, bombe d’acqua, frane, smottamenti, disagi per le comunità isolate, inondazioni, trombe d’aria o, al contrario, caldo africano, temperature vicine ai 40°C, e se questi fenomeni coinvolgono tragicamente qualche sventurato.
Il gossip e la moda, invece, mi fanno proprio pensare (e a volte dire) “ma chi se ne frega!”, e questi sì levano davvero spazio alle notizie più importanti. Credo che l’argomento non meriti ulteriore approfondimento.

Il terzo punto riguarda le interviste.
Spesso, quasi in ogni edizione della sera, l’anchor-man o un altro giornalista di spicco intervista un esponente politico, un artista (inclusi attori, attrici, registi), un collega esperto nell’argomento del momento, e le domande sono sempre più o meno le stesse e vengono decise in anticipo, per non turbare la quiete dell’ospite anche se si parla di, o è direttamente coinvolto in, scandali o affari non proprio trasparenti.
Devo l’attenzione che porgo a questo fenomeno, diffusissimo e quasi universale, a un intervento di Marco Travaglio (che mi sento di ringraziare pubblicamente per il lavoro/servizio che svolge e per il modo in cui lo fa) in proposito.

Sono certo che saprete notare anche voi questi particolari, ora che ne siete a conoscenza, e che potrete scegliere più consciamente il mezzo di informazione che ritenete più adatto alle vostre necessità.

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