giovedì 4 febbraio 2016

Confessioni della religione cristiana


Tutti sappiamo più o meno cosa sia la religione cristiana: si tratta di un culto basato sulla vita e sulla predicazione di Gesù di Nazareth (Yeshua in aramaico), fondato dai suoi stessi discepoli, di cui il più importante e conosciuto è San Pietro. Nei suoi duemila anni di esistenza, però, il cristianesimo è stato protagonista di innumerevoli dispute sulla vera essenza di Dio e del suo messaggio, tramandato tramite Suo figlio, ma spesso deviato, influenzato o mal interpretato dagli uomini: ne sono conseguite guerre, persecuzioni, lutti e morti, scismi, eresie (termine che deriva dal greco e può significare “scegliere” o “eleggere”, quindi originariamente privo della connotazione negativa che oggi gli viene comunemente riconosciuta).

Vorrei fissare l’attenzione sulle diverse confessioni che sono nate in questo lungo periodo, partendo da quelle più diffuse e vicine a noi.

Il cattolicesimo si identifica con la Chiesa di Roma e conta il maggior numero di fedeli al mondo. Riconosce l’autorità del vescovo di Roma, il Papa, come successore dell’apostolo Pietro, e si basa sui dettami dei padri della Chiesa, di volta in volta confermati o modificati dai concili ecumenici. Le caratteristiche principali sono certamente note alla maggioranza degli italiani: l’individuo segue un percorso nella propria vita che è segnato da alcune scadenze, simboleggiate dai sacramenti (battesimo, confessione, prima comunione, cresima, matrimonio, sacerdozio, estrema unzione), volto a scegliere il bene per ottenere l’accesso al paradiso ed essere ammesso nel Regno dei Cieli dopo il giudizio universale, atteso per la fine dei tempi; vi sono un certo numero di dogmi (cioè di regole e dettami cui bisogna credere senza porsi nessuna questione) quali la Trinità, ovvero la natura tripartita della divinità (padre, figlio e spirito santo), la verginità della madre di Gesù (Maria, il cui culto è anch’esso diffusissimo nell’Europa cattolica e in Sud America); la resurrezione di Gesù dopo tre giorni dalla morte in croce; il sacerdote è vicario di Dio e può raccogliere la confessione e perdonare i peccati.

In Europa orientale, parte dell’Asia e parte dell’Africa il culto che conta il maggior numero di fedeli è quello ortodosso, emanazione delle Chiese di lingua greca sorte nell’Impero romano d’Oriente. All’interno di questa confessione vi sono moltissime suddivisioni, che corrispondono generalmente allo Stato che le ospita (rito greco, rito russo, rito bulgaro e così via) o addirittura alla città (Gerusalemme, Antiochia, Alessandria, Costantinopoli). Esistono inoltre le Chiese ortodosse orientali: siriaca, copta (Egitto), armena, etiope, eritrea.
Lo scisma tra la Chiesa cattolica e quella ortodossa è avvenuto nel 1054, quando i due capi, papa Leone IX e il patriarca Michele I Cerulario, si scomunicarono a vicenda: quello che appare più come una disputa politica venne a determinare una frattura anche in termini teologici e dottrinali, mai più rinsaldata.
Il culto rimane sostanzialmente molto simile a quello cattolico. Le differenze principali riguardano: una parte della preghiera detta “Credo”, l’autorità del papa e del patriarca di Costantinopoli (cioè su chi sia il più importante), il cesaropapismo (riconosciuto dagli occidentali), alcune norme liturgiche.
L’altra importante confessione diffusa in Europa occidentale e in Nord America è quella protestante: nata nel XVI secolo con le riflessioni teologiche di Martin Lutero (luteranesimo), Jean Cauvin (calvinismo), Huldrych Zwingli (zwinglianesimo o Chiesa riformata svizzera), e altri, è diventata Chiesa ufficiale in molti Paesi. La Chiesa anglicana, ad esempio, è assurta definitivamente a Chiesa ufficiale nel Regno Unito dopo lo scisma voluto dal re Enrico VIII per discordie con il papa: da allora il monarca o la regina sono anche capo della Chiesa oltre che dello Stato. L’idea centrale del protestantesimo è la pesante critica alla Chiesa cattolica romana e ad alcune pratiche molto frequenti nel medioevo, quali il culto dei santi (considerato simile al politeismo), la vendita di cariche ecclesiastiche e di indulgenze, l’invenzione del purgatorio come luogo di espiazione dei peccati (che a sua volta favoriva la vendita di indulgenze a favore del defunto). Le differenze riguardano quindi più l’aspetto spirituale e lo stile di vita che l’aspetto confessionale: la più grande innovazione in questo ambito è però il sacerdozio universale dei credenti, che quindi possono leggere e interpretare le scritture, confessarsi e comunicare con Dio se lo desiderano, senza doversi obbligatoriamente rivolgere al sacerdote (figura comunque esistente) e senza necessitare di indulgenze.
All’interno della confessione protestante vi sono altri culti, poco diffusi in relazione a quelli già citati ma che vengono spesso nominati, anche erroneamente. Tra questi vorrei ricordare i mennoniti, la più numerosa delle Chiese anabattiste (cioè che rifiutano il battesimo, soprattutto dei bambini appena nati), che sostanzialmente ricerca un ritorno alle origini del cristianesimo, rifiutando gli scritti dei padri della Chiesa e tutti i concili a partire dal quello di Nicea I (325); gli amish, che sono anche i più riconoscibili a livello estetico perché, rifiutando la modernità, vivono in comunità separate dal mondo esterno, vestono abiti fatti a mano e gli uomini portano lunghe barbe, inoltre utilizzano cavalli e carri come mezzi di trasporto e fanno quasi a meno dell’energia elettrica nelle loro attività quotidiane; i quaccheri (o Società degli Amici), spesso confusi con gli amish, propongono il sacerdozio dei credenti, il rifiuto delle gerarchie ecclesiastiche e dei sacramenti, l’abolizione della schiavitù, il divieto di bere alcolici, il ripudio della guerra.

Un paragrafo a parte merita il movimento detto restaurazionismo, utilizzato per intendere un complesso di chiese e comunità che nascono dal desiderio di tornare alla chiesa cristiana primitiva e che si manifesta in varie forme. Le comunità più estese fra queste sono: i mormoni, caratterizzati dalla figura individuale del primo fondatore e aventi come testi sacri il libro di Mormon e libri aggiuntivi, oltre la Bibbia, dove le dottrine cristiane vengono rielaborate in modo completamente univoco e originale; i testimoni di Geova, che ripropongono il cristianesimo del I secolo che prevede la predicazione di casa in casa, si identificano con l'opera missionaria fatta da Gesù e dai suoi discepoli predicando quella che definiscono "la buona notizia del Regno"; la Chiesa di Cristo, organizzata in comunità di credenti che riconoscono la piena ispirazione di tutta la Bibbia e per le quali il rispetto di tutto quanto in essa è contenuto è l'unico mezzo per fare la volontà di Dio. Sottolineo che sia mormoni che testimoni di Geova non sono riconosciuti come cristiani dalle altre chiese.

Infine, vorrei citare l’avventismo, che trae le sue origini dalla predicazione di William Miller, il quale prevedeva il ritorno di Gesù Cristo nel periodo 1843-1844; dopo la mancata venuta il movimento si disperse ma uno dei gruppi fondò la Chiesa avventista del settimo giorno, caratterizzata dall’aspettativa di un ritorno del Messia, dal rifiuto dell’inferno e dell’anima immortale, da uno stile di vita naturale, da attività sociali e solidali, dal riconoscimento del sabato come festività.

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